La musica e la settima arte, 1925
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2016-060
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Luogo di pubblicazione
Bologna
Editore
Arte della stampa
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
L'articolo trae spunto dall'uso, invalso nella cinematografia americana e tedesca, di impiegare la musica come ausilio alla interpretazione scenica degli attori, al fine di sostenere la tesi della assoluta necessità di un «comento» musicale a corredo della proiezione cinematografica. La cinematografia è l'arte per eccellenza, perché, a differenza del teatro lirico e drammatico, che segmentano l'azione in episodi staccati e sacrificano la veridicità dell'interpretazione psicologica a vantaggio ora della musica, ora della perfetta dizione, essa «raccoglie in sé tutta la psicologia umana facendo rivivere la vicenda nei sui [sic] più minuti dettagli, nella fedeltà dell'ambiente e nel completo sviluppo dell'azione». La scelta compiuta dalle maggiori sale cinematografiche italiane ed europee di dotarsi di un'orchestra stabile per accompagnare le proiezioni è da vedersi dunque come una intelligente risorsa, vòlta a potenziare il «godimento spirituale» dello spettatore e ad attirare un pubblico sempre più numeroso. |
CHIAVI DI ACCESSO |
Persone
s.n. (persona citata)
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