A tappe con il film parlante, 1929
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2016-124
|
INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
anno IX, n. 35, 8 settembre Pagina
2-2
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Tip. coop. Luigi Luzzatti
|
RESPONSABILITÀ |
autore
|
CONTENUTO |
Abstract
L'articolo recensisce la pellicola sonora 'La Canzone di Parigi' di Maurice Chevalier, (con ogni probabilità si tratta di 'Innocents of Paris'), prodotta dalla Paramount mediante apparecchi Western-Electric, in maniera oggettiva e coerente, criticandone le imperfezioni tecniche (timbro metallico delle voci; impossibilità di localizzarne la sorgente sonora) e lodandone altresì gli aspetti positivi del canto e della rumoristica. A riguardo Maribel analizza la scena dall'esteso contenuto musicale che più lo ha convinto: il bimbo piangente consolato dal protagonista, Chevalier, con canti improvvisati di musiche militari e jazzistiche. Purtroppo nell'analisi non vi sono altre specifiche o argomentazioni di tipo musicale. In seguito l'autore esorta alla collaborazione tra i vari membri della produzione cinematografica esi pronuncia speranzoso affinché il film sonoro possa divenire una Nuova Arte, non esclusivamente statunitense, storicamente connessa al passato attraverso l'opera e la mimica, ma autonoma nel perseguire nuove e migliori creazioni artistiche. Segue intervista a Carl Laemmle, presidente della Universal Pictures Corporation, non favorevole al sonoro per motivi personali e del parere che il cinema saprà soddisfare un'ampia gamma di spettatori. Eleonora Duse e Sarah Bernardt vengono citate per un confronto tra la meccanicità degli ultimi risultati musicali e vocali nel sonoro e il suono dal vivo del cinema muto. |
CHIAVI DI ACCESSO |
Persone
Chevalier, Maurice (persona citata)
Duse, Eleonora (persona citata)
Bernhardt, Sarah (persona citata)
Laemmle, Carl (persona citata)
Film
|