Il capo azienda della colonna sonora
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2016-204
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
anno VI, 101-102, 1/03/1957 Pagina
152-
Luogo di pubblicazione
Milano
Editore
Cinema Nuovo Editrice
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
Pestalozza rivisita la storia del fonofilm da una prospettiva particolare: in Europa l'introduzione del sonoro portò al tentativo di trasporre la musica colta in pellicola, come dimostra il genere dei film-opera e l'impegno di Sostakovic, Petrassi, Milhaud e altri. Negli Stati Uniti, invece, la qualità ancora troppo bassa di riproduzione del suono spinse i produttori verso la commedia musicale e il film-rivista, «che garantivano il produttivo assorbimento della musica popolaresca, del jazz o della canzone, che non vantano particolari pretese ed esigenze di carattere artistico». Senza ricorrere a musicisti d'area colta, il cinema di Hollywood è riuscito a standardizzare il processo di composizione musicale creando delle figure con mansioni fisse: il musicista che poi compare nei titoli è il coordinatore di questo lavoro. A parte qualche eccezione, questo sistema ha prodotto colonne sonore curate, ma appiattite volutamente su un generico formulario post-romantico accolto dal pubblico. La ricerca tecnica per una sempre più perfetta riproduzione del suono ha compiuto enormi progressi negli Stati Uniti: dal suono stereofonico per il Cinerama e il Cinemascope si passa alla sperimentazione del Todd-Ao. Questa innovazione tecnica risulta capace di riprodurre perfettamente la situazione del teatro lirico e prospetta, secondo Pestalozza, l'eliminazione di ogni diaframma tra il suono registrato e chi l'ascolta.
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CHIAVI DI ACCESSO |
Persone
Film
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