Venticinque anni da un manifesto, 1953
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2016-276
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
VI, 111, 15/6/1953 Pagina
334-335
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Ottavia Vitagliano
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
A venticinque anni dalla pubblicazione del "Manifesto dell'asincronismo" - firmato da Ejzentejn, Pudovkin, e Alexandrov - Venturini propone di riesaminare retrospettivamente le riflessioni teoriche dei tre registi, valutate da un'angolazione contemporanea. Dopo aver ripercorso le riserve espresse da Chaplin, Clair e Griffith rispetto al cinema sonoro e dopo aver focalizzato l'attenzione sulla forte impronta di speculazione teorica del cinema muto sovietico, l'autore afferma che la lezione fondamentale del manifesto è quella connessa all'intuizione del suono come elemento del montaggio, capace di creare un contrappunto dialettico con le immagini. Attraverso l'esempio de Il disertore di Pudovkin, dove il sonoro ha il compito di fornire una valutazione soggettiva della realtà, Venturini giunge ad affermare che le sperimentazioni dei registi russi sono finalizzate a un forte recupero di una dimensione narrativa del cinema, in contrasto con l'avanguardia antinarrativa francese. L'articolo riporta stralci del "Manifesto" e fa un brevissimo excursus sulla pratica del montaggio nel teatro russo (Mejerchol'd, Tairov), visto come precedente e antesignano di quello cinematografico.
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CHIAVI DI ACCESSO |
Persone
Chaplin, Charlie (persona citata)
Griffith, David Wark (persona citata)
Clair, René (persona citata)
Ejzenstejn, Sergej Michajlovič (persona citata)
Pudovkin, Vsevolod Illarionovič (persona citata)
Aleksandrov, Grigorij Vasil'evič (persona citata)
Film
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