L'arte italiana e il cinema parlante nel parere di un competente
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2016-316
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
4/5/1929
Luogo di pubblicazione
Bologna
Editore
Tip. Luigi Parma
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
Intervista al comm. Stefano Pittaluga intorno alla crescente diffusione di pellicole parlate e sonore, dette talkies, e la graduale, ineludibile sostituzione delle vecchie pellicole mute, dette movies. I primi saggi di pellicole sonore proiettate in Italia non sono ancora film veri e propri, ma riproducono riprese dal vero con sonoro sincronizzato, come un messaggio di Mussolini o il suono della campane in San Pietro. I film americani arrivano in ritardo di un anno, e necessitano di spiegazioni stampate, traduzioni e didascalie. Malgrado ciò, il cinema sonoro è destinato a soppiantare del tutto il cinema muto. Il sonoro ha risolto il problema della sincronizzazione di suono e immagine, che da sempre affliggeva il cinema, rendendo la mezza verità del cinema muto una completa verità. A Hollywood c'è allarme tra gli attori dell'arte muta, perché non bastano più la bellezza fisica o lo sguardo, ma agli attori si richiede ora una bella voce e una buona intonazione. Per quanto riguarda l'Italia, il sonoro rappresenterà una insperata risorsa per tanti musicisti, cantanti, suonatori d'orchestra. Tenori come Martinelli, Pertile e Schipa hanno registrato pellicole nelle quali cantano romanze d'opere in italiano, e altri come Gigli, Titta Ruffo e Scialiapin hanno concluso contratti per la realizzazione di film sonori. Autori e registi dovranno inserire sapientemente, nei loro intrecci, la tradizione lirica italiana. Se pure ci sarà un taglio netto delle orchestrine di sala, i musicisti potranno essere chiamati nei teatri di posa, dove si fa ampio uso di musica. Sussiste pur sempre il rischio che il cinema, ora che si arricchisce di una attrattiva di carattere essenzialmente musicale, si ponga in concorrenza con il teatro lirico. Cantanti e direttori d'orchestra passeranno dal teatro al cinema, attratti da contratti meglio remunerati. Il cinema sonoro non potrà ad ogni modo sostituire in toto il teatro musicale, perché esso tende a una rappresentazione meno statica e meno tradizionale, che fuoriesce dai limiti della cornice teatrale. E' quindi improbabile che il sonoro venga usato per il "trasporto", tale e quale, di comuni spettacoli teatrali su pellicole cinematografiche.
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CHIAVI DI ACCESSO |
Persone
Pittaluga, Stefano (persona citata)
Mussolini, Benito (persona citata)
Mander, Stefano (persona citata)
Martinelli, Giovanni (persona citata)
Pertile, Aureliano (persona citata)
Schipa, Tito (persona citata)
Gigli, Beniamino (persona citata)
Ruffo, Titta (persona citata)
Chaliapin, Feodor (persona citata)
Musiche
Film
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