La musica al buio – fisiologia cinematografica

IDENTIFICAZIONE

Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2016-370

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
13.11.1927, n. 19
Pagina
6-6
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Alberto Stock

RESPONSABILITÀ

autore

CONTENUTO

Abstract
Analisi rivedibile e poco chiara sulla necessità della componente musicale nel cinematografo. Da una prima ipotesi fuorviante, smentita dallo stesso Falciai e fornita da un amico, celebre artista (nervo ottico ed acustico in continua sincronia, alla ricerca l'uno dell'altro), si passa in seguito ad una spiegazione scientificamente provata: le odierne tac cerebrali, qui ingenuamente chiamate un tipo di sismografi(cit.), mediante le quali è stato possibile fornire dati su uno squilibrio fisiologico (battito accelerato, funzione alterata dei centri nervosi) dinanzi le proiezioni cinematografiche. A riguardo si è pensato di equilibrare l'immagine in movimento con la componente musicale, storicamente nota come sedativo (Orfeo ed Euridice). Da qui la spiegazione dell'esigenza della musica nel cinematografo. Segue un breve elenco (nove punti), sintomatico dell'epoca, recante consigli al direttore d'orchestra del cinema. Tra gli altri: indulgi al ballabile ed alla canzonetta in voga; fa in modo che il pubblico sappia quello che tu suoni (cit.).