Spirito del cinema, contribuiti alla storia delle teoriche del film (11)
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2017-1238
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
anno VII, 133, 15-30/ 06/1958 Pagina
374-375
Luogo di pubblicazione
Milano
Editore
Giangiacomo Feltrinelli Editore
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
Nel tentativo di ricostruire le riflessioni sul cinema di Epstein, Aristarco evidenzia la convinzione del cineasta francese che il cinema elabori autonomamente una forma di pensiero grazie alle caratteristiche intrinseche che possiede, come una sorta di cervello meccanico, che registri e riproponga fenomeni e realtà prima non visibili, non percettibili. In un saggio del 1947 Epstein pensa a una riduzione del cinema a eventi ottici e sonori puri, riportando così il cinema a se stesso, eliminandone ogni carattere teatrale o letterario. Il pensiero si deve esprimere soltanto attraverso l'organizzazione di immagini e rumori, riproponendo così il problema del cinema puro, caro a tanta avanguardia, arricchito dall'elemento sonoro e pienamente giustificato da necessità sociali. Tuttavia, nella sua ultima opera teorica ("Esprit du cinéma", 1955) Epstein deve riconoscere anche l'utilità del parlato.
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