Eco del "sonoro" da Berlino
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2018-035
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
5.3.1930, n. 2 Pagina
24-25
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Alberto Stock
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
Analisi e spunti interessanti sulla situazione del sonoro parlato (tonfilm) e l'intrinseca problematica della lingua, ritenuta generalmente un limite per mancanza d'internazionalizzazione. Secondo Da Silva tale limitazione risulterebbe positiva e naturale. Ogni forma d'arte, infatti, dal teatro alla letteratura, ha sempre fornito lingue nazionali d'appartenenza (a riguardo l'autore compie un excursus citando Shakespeare e Verdi), non sacrificandone o alterandone altresì la genuinità ed il successo. Lo stesso accadrebbe per il sonoro con conseguente mercato nazionale, grazie al quale l'Italia potrebbe trarre giovamento, risorgendo con nuove produzioni, basate al momento sul mero raggiungimento commerciale a scapito di quello artistico. V'è dunque bisogno di un cambiamento radicale di mentalità, con studi, tentativi e ricerche specifiche. Interessante considerazione di Da Silva sul muto: azione muta, balletto o pantomima (cit.), mentre la natura del cinematografo sarebbe essenzialmente parlata. Argomentazioni sullo stato dell'arte di Dante Alighieri, Giuseppe Verdi, Franz Lehar, Raffaello.
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CHIAVI DI ACCESSO |
Persone
Shakespeare, William (persona citata)
Verdi, Giuseppe (persona citata)
Lehár, Franz (persona citata)
Alighieri, Dante (persona citata)
Sanzio, Raffaello (persona citata)
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