Note di contrasto

IDENTIFICAZIONE

Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2020-023

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
V, 43, giugno, 1993
Pagina
42-44
Luogo di pubblicazione
Milano
Editore
De Agostini - Rizzoli Periodici

RESPONSABILITÀ

autore

CONTENUTO

Abstract
L'articolo descrive i film presentati al 43° Festival di Berlino, partendo dalla riflessione che il cinema dell'Est europeo dopo il crollo del comunismo rivela una tendenza al «film noir», dove l'accompagnamento musicale in molti casi funziona a contrasto con le immagini. Il film romeno Patul conjugal (Il letto matrimoniale, 1993) di Mircea Daneliuc, «dove personaggi laidi fanno il paio coi loro luridi abitacoli» viene accompagnato dal poema sinfonico Così parlò Zarathustra di Richard Strauss. Viceversa, l'altro regista romeno citato, Lucian Pintilie, nel suo Balanta (La quercia, 1992) presentato al Forum di Berlino, evita qualsiasi tipo di commento musicale: secondo Cosulich, a indurlo a questa scelta è l'esperienza di regia delle opere il Flauto Magico di Mozart e Turandot di Puccini. Due film che rappresentano il nuovo giovane cinema tedesco dopo la riunificazione sono Wir Können auch anders… (Noi conosciamo anche dell'altro, 1993) di Detlev Buck e Terror 2000 di Christoph Schlingensief. Nel secondo la musica («musichetta» la definisce il critico) composta da Kambiz Giahi e Jacques Arr «su temi di trita popolarità» viene usata in contrasto col trucido contenuto delle immagini. Il procedimento, per Cosulich, è tipico di certi sofisticati film dell'orrore, come ad esempio Blood Diner (Il ristorante all'angolo, 1987) di Jackie Kong. Nel cortometraggio di animazione Bolero (1993), vincitore dell'Orso d'Oro, il regista Ivan Maximov usa la partitura di Ravel per animare il percorso circolare di un animaletto. Altri due film menzionati dal critico sono Malcolm X (1993) di Spike Lee, «un'ora di film girata a tempo di musical» con musica originale di Terence Blanchard mescolata con motivi popolari degli anni '40; e Toys (Giocattoli, 1992) di Barry Levinson, «deliziosa favola antimilitarista», «fantasia visiva» che allude a futurismo e dadaismo, a Cocteau e a Fellini. A questa mescolanza del tutto post moderna corrisponde la colonna sonora di Trevor Horn e Hans Zimmer che spazia dalla musica romantica dell'Ottocento (per esempio la Prima Sinfonia di Pëtr Čajkovskij) fino a quella elettronica. In conclusione Cosulich accenna ad altri tre film, di cui loda le musiche: si tratta di Sankofa (1993) del regista etiope Haile Gerema, con colonna sonora di David White «degna del miglior Philip Glass»: Jon A. English, autore della musica nel film Frameup (1993) di Jon Jost, riconferma il grande talento già rivelato nel film dello stesso regista All the Vermeers in New York (1990): infine la musica di Erling World fa «uno splendido contrappunto al suggestivo paesaggio dell'Oregon» nel film di Jon Jost The Bed You Sleep In (1993).

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