La musica nel cinema
IDENTIFICAZIONE |
Tipologia
materiale a stampa Tipologia specifica
spoglio Segnatura precedente
FM-2022-025
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INFO PUBBLICAZIONE |
Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
Aprile 1949, X, n. 4 Pagina
91-94
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Centro Sperimentale di Cinematografia
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RESPONSABILITÀ |
autore
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CONTENUTO |
Abstract
L'autore muove da alcune esternazioni di Igor' Stravinskij relative al ruolo assolutamente secondario della musica rispetto alle immagini, dettate da una negativa esperienza personale in campo cinematografico, e alla possibilità di elevare il suo livello quando il film si adegua a brani preesistenti. Vlad riflette dapprima sul ruolo del compositore chiamato a scrivere il commento sonoro di un film, spesso costretto dalle modalità contingenti di lavoro a piegare il proprio stile alle esigenze filmiche e, quindi, a produrre musiche di basso livello (situazione, questa, riscontrabile più all'estero che in Italia); il contributo passa poi in rassegna le molteplici possibilità della musica di arricchire la componente visiva (con elementi onomatopeici, rumore «anestetico», melodie dall'elevato potere evocativo), a condizione che il musicista sia sempre fedele al proprio stile compositivo, anche quando ciò presuppone il ricorso a un linguaggio che fa uso di tecniche moderne, quali la dodecafonia, o abbondanti dissonanze. Al termine del contributo Vlad illustra le motivazioni per le quali l'esecuzione in sala da concerto di musiche composte per un film sia da evitare. L'articolo è preceduto da una breve nota biografica su Roman Vlad.
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CHIAVI DI ACCESSO |
Persone
Musiche
Film
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