Recensione del numero monografico della «Revue Musicale», intitolato Le film sonore. L’écran et la musique en 1935 (XV, 151, 1934). Con brevi accenni di una frase o poco più, sono decritti quasi tutti gli articoli del fascicolo, con particolari apprezzamenti al contributo di Jacques Brillouin e a quello di Tibor Harsanyi, l’autore delle musiche per l’animazione La Joie de vivre. Più spazio viene dedicato, invece, ai due contributi di Arthur Hoérée (Essai d’esthétique du sonore e Le travail du film sonore), di taglio estetico, per i quali, tuttavia, sono espresse alcune riserve. Il recensore, infatti, concorda nel «derivare l’estetica del sonoro dal medesimo problema», ma non condivide la scelta di «voler fissare norme di un’estetica speciale a regolare i rapporti della musica e del film». Per il recensore, sarebbe sufficiente «invocare […] una maggiore considerazione accordata alla musica nella creazione cinematografica, e poi stare a vedere che cosa verrà fuori dalla libera e concorde collaborazione di regista, musicista, attori». D’altra parte, stabilire una poetica della musica per film, come sembrano suggerire alcune soluzioni indicate dal musicista francese, non farebbe avanzare «d’un passo il problema estetico del film», che va risolto, invece, solo dal «genio» capace di far diventare «irresistibili» anche le più puerili associazioni tra suono e immagine. Nel passaggio successivo, l’autore l’autonomia estetica del cinema e valuta come inutili gli auspici di realizzare un “vero” film musicale. [Antonio Ferrara] |