Nell'articolo dedicato all'innovazione ormai affermata del cinemascope, Granich riflette sul passaggio dalla novità tecnica agli esiti estetici che questa ha prodotto sulla forma cinematografica, poiché lo schermo più ampio consente di lavorare sul montaggio interno ricorrendo, per esempio, alla luce e ai colori. Dal punto di vista del sonoro “La tunica” presenta una scena sul Golgota efficacemente rumorosa e nel film di Butler il mezzo stereofonico ingrandisce e drammatizza le urla degli indiani, rendendo la sequenza decisamente più espressiva. La stereofonia sembra sortire quindi, come primo effetto, l'intensificazione dei suoni del racconto, ben oltre le necessità dello schermo allungato, i suoni non sono più soltanto sfondi vividi del racconto, ma veri protagonisti dell'immagine. |