Secondo il regista Blasetti il film è già di per sé musica (in quanto dotato di ritmo, volume, tono). La musica che viene ‘innestata’ nel film può integrarsi in modo naturale come anche no; ciò dipende da un adeguato accordo fra regista e compositore, a cui entrambi devono mirare. Altrimenti la musica fa l’effetto di un riempimento giustapposto. Blasetti distingue fra musica “di livello classico” e musica “corrente”. Il primo tipo può portare a dei risultati inferiori rispetto al secondo. Il terzo uomo è diventato celebre anche in relazione alle sue musiche; e le sue musiche, d’altra parte, non avrebbero avuto così risonanza se fossero state usate per un altro film. Temi di maggior valore artistico hanno avuto minore successo. Scrive Blasetti: “A volte il segreto sta nel non mettere la musica o nel toglierla là dove la sua efficacia non sia…più necessaria e dunque determinante”. E’ con criterio musicale che bisogna giudicare il film, in quanto, anche a prescindere dalla componente musicale vera e propria, è appunto esso stesso musica. |