Lo scritto mette a confronto i film sonori americani con quelli europei, nello specifico le produzioni francesi, inglesi e tedesche, rimarcando come in questo contesto i prodotti cinematografici italiani risultino, in mano a Pittaluga(cit.), piuttosto scandenti ed artisticamente lacunosi rispetto agli altri prodotti internazionali. Il cinema americano, diviso dall’autore in tre categorie (film parlante; film musicale cantato; film-rivista, ovvero pellicole atte a promuovere il valore artistico degli attori di una data Casa produttrice), è in continua crescita, seguito nei vari esempi francesi e tedeschi, mentre l’Inghilterra può usufruire delle pellicole statunitensi nella versione originale per ovvie compatibilità di linguaggio. L’Italia risulta invece arretrata, non potendo nemmeno presentare integralmente i film americani, causa tagli, talvolta piuttosto pesanti, ai dialoghi in lingua inglese. L’autore, non intenzionato a parlare di tecnica cinematografica, in quanto non cultore della stessa, ma volenteroso nel focalizzare l’attenzione su argomenti di natura artistica e dei contenuti, offre solamente una vaga idea di cambiamento nel cinema italiano, non specificandone però i contenuti e la prassi nel perseguirli. |