Ad eccezione dei cartoni animati e dei «film astratti», nel film la musica è subalterna alle immagini e ha una sostanziale funzione di integrazione e supporto agli altri elementi della pellicola. L’asincronismo è il modello drammaturgico da utilizzare per stabilire il migliore legame tra musica e «ritmo del film». Il montaggio è il «sovrano costruttore del film» e solo il regista può determinare la realizzazione di «un film musicalmente perfetto». Esistono due principali tipi di commento musicale: quello «sintetico», in cui «il musicista riunisce i vari episodi (l’insieme di più scene) con una trama sonora continua che a lungo andare ha il difetto divenire noiosa e monotona»; quello «analitico (o imitativo)», in cui «il musicista sottolinea con un disegno musicale i gesti dei personaggi, il movimento generale del film e infine anche il suo ritmo». La soluzione migliore è quella in cui il compositore individua un corrispondente musicale al «fattore costruttivo dominante del film» ovvero la «tesi» del film. Anche se non segnalato, questo articolo era apparso precedentemente, con lo stesso titolo, su «Quadrante» (III, n. 30, 1935, p. 27-28). |