Colore e suoni in "Fantasia" di Disney

IDENTIFICAZIONE

Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2016-225

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
1947, XVII, n. 4
Pagina
293-301
Luogo di pubblicazione
Firenze
Editore
Le Monnier

RESPONSABILITÀ

autore

CONTENUTO

Abstract
Tutto l'articolo è incentrato sulle riflessioni di carattere etico ed estetico suscitate dalla visione del film disneyano Fantasia. Parente risponde a coloro che si erano espressi con «giudizi sfavorevoli fino allo sdegno e al dispregio» su questo film che, a loro detta, aveva profanato alcuni monumenti della storia della musica utilizzati per l'abbinamento ai disegni animati. Secondo il critico campano, bisognava porre la questione sotto due punti di vista: quello etico, per la «temeraria avventatezza» con cui Disney aveva svolto «al grottesco nientemeno che la Pastorale beethoveniana», e quello estetico, secondo cui non era possibile abbinare «un'immagine musicale con una figurazione pittorica». Nel primo caso, Parente risponde che già nel teatro musicale i librettisti avevano ridotto a libretto numerosi capolavori della letteratura. Nel secondo caso, invece, la sinestesia può essere pienamente accettata se viene associata alla «medesima radice fantastica» e alla «comune originaria emozione poetica». Pertanto, l'operazione compiuta da Disney sui brani musicali utilizzati per il suo film andava colta senza preconcetti o pregiudizi. Si trattava, dunque, di verificare in quali punti il disegnatore americano era riuscito a compiere quell'operazione di trasfigurazione che riesce a dare «vita ad una nuova sintesi artistica» e distinguerla da quegli altri in cui «riaffiora la tecnica del cartoncino animato» e «il pupazzettista […] prende la mano al pittore». In base a questi parametri, dunque, e prendendo in considerazione solo una parte dei brani musicali utilizzati nel film, il critico esprime giudizi positivi per le prime sequenze abbinate alla Sesta Sinfonia perché, oltre ad essere «creazioni di una grande e fascinosa eleganza, […] fan corpo con la musica per una compenetrazione così spontanea ed agevole da risolversi in una vera unità di visione». Allo stesso modo, venne giudicata positivamente la «rielaborazione figurativa dello Schiaccianoci di Ciaikovski» nella quale «il ritmo è un vero moto suscitatore di forme». I giudizi negativi furono indirizzati alla «trascrizione visiva della Toccata e fuga in re minore di Bach», nella quale la «preoccupazione di stabilire […] un parallelismo di suoni e forme» fa scadere il pezzo in una «certa vacuità e astrattezza», e per l'«illustrazione della Danza delle ore, in cui ritmica e dinamica musicale sembrano prestarsi come mera occasione di una serie di divertenti trovate». Per Parente, infine, era necessario «superare l'angustia dei limiti lessinghiani», che escludevano l'abbinamento tra forme espressive diverse, e guardare Fantasia «con l'occhio semplice e stupito che i bimbi aprono sulle meraviglie del mondo».

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