Esigenze della musica per cinematografo

IDENTIFICAZIONE

Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2016-237

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
1936, III, n. 4
Pagina
50-51
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
[s. n.]

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autore

CONTENUTO

Abstract
Fin dall'inizio l'articolo assume una forte connotazione nazionalista. Introducendo il discorso con la solita lamentela sul ruolo marginale della musica nel processo produttivo, Labroca mette in evidenza che «l'unico paese che ha dato di tanto in tanto un qualche posto alla musica è stato proprio l'Italia». Secondo il critico per dare giusto peso alla musica, è necessaria la determinante presenza del compositore, già nelle fasi iniziali di realizzazione dell'opera cinematografica. Sono portati come esempio le musiche di Antonio Veretti per "Scarpe al Sole" e quelle di Vittorio Rieti per "Amore". Nel primo film sottolinea «l'intimo rapporto che si è venuta a stabilire tra la musica e certe scene di guerra». Nel secondo segnala il fascino di certe «scene campestri» nelle quali la «musica fa allargare il suo ritmo nel ritmo largo del montaggio». Risulta quindi determinante innalzare la qualità dei compositori ingaggiati in campo cinematografico. Sottolinea, in tal senso, che «la Direzione Generale del Cinematografo è entrata anche nel vivo di questo problema e lo sta risolvendo con la chiarezza e la decisione sue solite». Anche se non segnalato, questo articolo era apparso precedentemente pubblicato su «Lo Schermo» (I, n. 5, 1935, p. 33).

CHIAVI DI ACCESSO

Persone
Film