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IDENTIFICAZIONE

Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2016-376

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
XI, n. 5-6, maggio-giugno 1950
Pagina
83-85
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Edizioni dell'Ateneo

RESPONSABILITÀ

autore

CONTENUTO

Abstract
Secondo il compositore Petrassi, la musica per film è musica di tipo 'funzionale', non può essere considerata 'arte in senso assoluto', ma 'attività artigiana'. Essa non può aspirare all'autonomia, ma limitarsi a unire, ambientare, sottolineare. La musica non dovrebbe essere un riempitivo, una decorazione, un accompagnamento. Il film impone al compositore dei limiti fin troppo evidenti. Petrassi menziona lo scritto Incantation aux fossiles di un altro compositore a lui contemporaneo, Arthur Honegger, dove si parla in chiave ironica delle peripezie a cui è costretto l'autore delle musiche non solo per svolgere al meglio il suo lavoro, ma anche per non essere sopraffatto dal lavoro del regista (rischio in cui si imbatte sempre), che per di più riserva spesso alla musica poca considerazione. Nello specifico Honegger si riferisce al genere del documentario, ma il discorso può valere anche per il lungometraggio. Sarebbe necessario un lavoro di collaborazione più stretto, il compositore dovrebbe essere coinvolto nelle sezioni della sceneggiatura che hanno a che fare coi momenti musicali. C'è il rischio che proliferando l'aspetto commerciale (questa è già la realtà prevalente del cinema) prolifichi anche il dilettantismo dei compositori. Petrassi conclude scrivendo che i registi non sanno che la musica "deve saper vedere dentro il personaggio ed influire psicologicamente sull'animo dello spettatore, con una facoltà di sintesi che trasforma il dato realistico in espressione sonora". Questo se c'è bravura e intelligenza da parte del compositore-'artigiano'.

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