Motivi per una grammatica del suono cinematografico

IDENTIFICAZIONE

Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2016-384

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
XVII, n.10, ottobre 1956
Pagina
51-58
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Edizioni dell'Ateneo

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CONTENUTO

Abstract
Venturini prende in considerazione tre fattori (variabili) inerenti il sonoro nel film e basandosi sulle possibili combinazioni tra di essi ipotizza otto casi standard. I tre fattori di base sono il sincronismo/non sincronismo tra immagine e suono (corrispondenza o meno fra suono e immagine); giustificazione scenica/non giustificazione scenica (l'elemento sonoro viene prodotto/non viene prodotto da una fonte in senso realistico); autenticità fonica/non autenticità fonica (suoni autentici o deformati). Uno di questi otto casi è ad esempio la situazione "non sincronismo-non giustificazione scenica-autenticità fonica" (è il caso di un personaggio che ode dentro di sé una voce o dei rumori, come ricordo o allucinazione; o di quando il regista introduce una musica di commento). Una importante applicazione del discorso andrebbe fatta anche per il silenzio impiegato nei film sonori. Venturini fra riferimento alla precedente Grammar of the film di Spottiswoode e al manifesto Saiavca (Il futuro del cinema sonoro) di Eisenstein, PudovKin e Alexandrov; considerandoli dei testi parziali (il sincronismo/asincronismo non è semplicisticamente una questione di coincidenza o sfasamento temporale), decide di proporre la sua grammatica che si basa appunto non solo sul fattore temporale, ma anche su quelli spaziale e acustico. La grammatica formulata da Venturini è una sorta di documentata conferma dell'intuizione dell' "inquadratura sonora" di Béla Balázs.

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