Musica e musicisti alla Cinecittà

IDENTIFICAZIONE

Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2017-002

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
1937, V, nn. 1-2-3
Pagina
41-42
Luogo di pubblicazione
Roma
Editore
Organo Ufficiale del Sindacato Nazionale Fascista Musicisti

RESPONSABILITÀ

autore

CONTENUTO

Abstract
Articolo scritto in occasione dell'inaugurazione di Cinecittà. Malatesta auspica la realizzazione di pellicole all'altezza delle produzioni cinematografiche degli altri paesi. Spera, altresì, che l'intervento della Direzione Generale della Cinematografia induca «i produttori di films a ricorrere ai veri musicisti, sopratutto ai giovani che trovano nel cinematografo un ottimo campo per la loro attività». Fino a quel momento, infatti, la musica cinematografica italiana non era stata all'altezza del compito affidatogli per l'incompetenza della maggior parte dei produttori, «sempre diffidenti verso chi venga a suggerir loro un musicista serio e preparato» , desiderosi unicamente di una canzone facilmente orecchiabile e disinteressati ad ingaggiare i più «reputati» musicisti. All'estero invece erano già stat ingaggiati compositori «come Honegger, Prokofieff, Roussel, Gerschwin, Porter, ecc…». D'altra parte, come avveniva nei film americani, anche i buoni compositori potevano dedicarsi alla scrittura di canzoni, purché abbiano «il pregio di essere corrette nella forma, di più nobile ispirazione e armonicamente gustose». La «mancanza quasi assoluta di collaborazione fra il regista ed il musicista» privava inoltre i commenti musicali di uno sviluppo organico in relazione al film. Oltretutto ai compositori non venivano concessi i tempi e mezzi giusti per svolgere al meglio il proprio lavoro. Individuati tutti i limiti della produzione filmico-musicale italiana, è necessario che tutti si mettano su quella che appare «la buona via».

CHIAVI DI ACCESSO

Persone