E le note di Gustav Mahler diventano subito popolari

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Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2018-046

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
Anno II, 2, gennaio 1990
Pagina
37-38
Luogo di pubblicazione
Milano
Editore
De Agostini - Rizzoli Periodici

RESPONSABILITÀ

autore

CONTENUTO

Abstract
L'articolo tratta dell'accompagnamento musicale per Morte a Venezia di Luchino Visconti. La scelta della musica preesistente di Mahler fu naturale per Visconti che affermava: «Io stesso sono dell'epoca di Mann, Proust, Mahler». La scelta dell'Adagetto dalla Quinta sinfonia è venuta spontanea, ma «è stato subito evidente che combaciava a perfezione, [...]coincidendo con immagini, tagli, movimenti, ritmi interni». Dopo aver ricordato che in un primo tempo la scelta di Visconti si era orientata sui Kindertotenlieder, Cosulich fa una digressione sulla storia dei rapporti tra musica e cinema e conclude che: «la musica "a soggetto" è già di per sé una prefigurazione della musica per film». Così, ad esempio, secondo il critico Vittorio Gelmetti L'Ouverutre 1812 di Čajkovskij è un «commento musicale per un film ipotetico» e in generale il «Čajkovskij minore» fu per lui uno dei padri virtuali della musica per film. Visconti però aveva bisogno della musica assoluta, da piegare alle esigenze dello scenario, «preferiva subordinare il ritmo delle musiche a quello delle immagini». L'autore ricostruisce brevemente la parabola del cinema visconteo attraverso le sue scelte musicali: Verdi, Glück, la musica del tardo postromanticismo, giungendo poi ad affermare che Visconti, al contrario di Thomas Mann, non prende le distanze dai protagonisti: per Visconti è una drammatica e abbastanza personale interrogazione sul destino dell'arte, uno «Spettacolo della Morte dove la morte è la "fine di una cultura"» - quella di Visconti, Mahler, Mann e Proust.

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