Il cinematografo e la musica

IDENTIFICAZIONE

Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2018-110

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
1928, n. 57
Pagina
9-12
Luogo di pubblicazione
Bologna
Editore
Arti Grafiche Cosini-Aldrovandi

RESPONSABILITÀ

autore

CONTENUTO

Abstract
Oggetto del lungo scritto a carattere saggistico è triplice: 1) il rapporto fra proiezione cinematografica e musica, 2) la funzione della musica come ispirazione per gli attori, 3) i caratteri comuni e le differenze fra musica e cinema. Il bisogno di integrare con musica la proiezione filmica è una necessità psicofisica universalmente sentita. Ben altro problema è quello di quale natura debba avere questa musica. Nella realtà pratica, si è fatto ricorso a un'orchestrina o un pianoforte che eseguono musiche ad libitum indipendentemente dal soggetto del film. Una musica siffatta non integra l'opera artistica ma colma un vuoto materiale. Nei casi migliori invece il direttore o il pianista cercano di intonarsi col soggetto rappresentato: ma l'associazione standardizzata di brani di repertorio si limita a fiancheggiare la cinematografia molto alla lontana, intrattenendo con essa una relazione vaga e illogica. Ben altro dovrebbe essere il livello di integrazione della musica, ma persino i tentativi di comporre musiche nuove da parte di compositori colti non ha colto nel segno, perché non si è ben compreso quale debba essere la loro funzione: la musica non deve riprodurre la realtà, né ricercare una concordanza con il ritmo delle immagini, bensì contribuire all'espressione delle emozioni. Le emozioni vaghe della musica saranno precisate dal visivo: "il vago fenomeno acustico è fissato da quello ottico. E questo, a sua volta, dovrebbe esser reso più espressivo da quello". Per far questo essa dovrà servirsi più del mezzo armonico che di quello melodico, che necessita di più ampi archi temporali per svilupparsi.

CHIAVI DI ACCESSO

Persone
Musiche