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Tipologia
materiale a stampa
Tipologia specifica
spoglio
Segnatura precedente
FM-2020-028

INFO PUBBLICAZIONE

Contenuto in (periodico)
Numero/Annata
n. 65, aprile 1995
Pagina
49-51
Luogo di pubblicazione
Milano
Editore
De Agostini - Rizzoli Periodici

RESPONSABILITÀ

autore

CONTENUTO

Abstract
Il focus dell'articolo è il film del regista Bernard Rose Immortal Beloved (Amata immortale, 1994) basato sulla vita di Ludwig van Beethoven. La trama è incentrata dul tentativo di identificare la donna definita dal compositore 'amata immortale' in una delle proprie lettere. Cosulich analizza il film attraverso il confronto con un altro film dalla trama simile: Un grande amour de Beethoven (Un grande amore di Beethoven, 1937) di Abel Gance. Il critico nota che entrambi i film si aprono con inquadrature del compositore morto e con le note di Quinta Sinfonia e si concludono con l'Inno alla Gioia, e di seguito offre un elenco dettagliatissimo dei brani di Beethoven usati nei due film. Gance utilizza anche un'aria dal Barbiere si Siviglia di Rossini e «una breve digressione in territorio bachiano», mentre Bernard Rose si limita a un «breve intervento bachiano». Cosulich sostiene che in entrambi i film le composizioni del compositore-protagonista hanno «una funzione di contorno». Un' ulteriore differenza tra i due registi – secondo Cosulich – è che se Abel Gance è «un degno erede della tradizione romantica», Bernard Rose è «più pragmatico e niente affatto romantico» e prende come modello per il suo film Citizen Kane (Quarto potere, 1941) di Orson Welles. La trama di Quarto potere si sviluppa dall'ultima parola «Rosebud» pronunciata dal protagonista; in Immortal Beloved il segretario di Beethoven, Anton Schindler, cerca di identificare la personalità dell'Amata immortale nominata in una lettera del compositore. I biografi di Beethoven propongono un elenco di ben sei destinatarie della lettera, ma «il cinema ha bisogno di semplificare e, nel contempo, di romanzare»: così nel film di Gance sono nominate solo due, e in quello di Rose tre delle probabili «Amate immortali». Se la struttura del racconto ricorda Citizen Kane – conclude Cosulich – «l'oggetto del desiderio del regista e del produttore Bruce Davey è Amadeus di Milos Forman, del quale essi sperano di ripetere le fortune nella corsa agli Oscar e nel favore del pubblico».

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